lunedì 21 settembre 2020

Verbi - Introduzione

I verbi norvegesi si dividono in ausiliari e propri. La maggior parte dei verbi ha tre forme che esprimono il tempo (forme finite) e tre che non lo esprimono (forme non finite). Tra gli ausiliari abbiamo: vera (essere), ha (avere), bli, verta (diventare), ausiliari modali.
I verbi propri sono forti o deboli. È possibile dividere i deboli in quattro gruppi o classi sulla base di certe caratteristiche in comune relativamente alla coniugazione. Anche i verbi forti hanno in comune diverse caratteristiche, come ad esempio i pattern di mutazione vocalica. È pratica comune dividere i verbi forti in sei o sette classi riconducendosi alla storia della lingua, ma tale classificazione non è adottata in questa grammatica.
Nella nostra trattazione dei diversi gruppi di verbi includiamo le seguenti forme principali: infinito, presente, passato, participio passato.

Le quattro forme principali si ottengono come segue:
  • L'infinito non ha desinenza, in questo caso termina con la vocale radicale accentata, oppure termina in -a non accentata. Gli infiniti riflessivi e passivi terminano in -ast.
  • Al presente né i verbi forti né gli ausiliari modali hanno desinenza. I deboli hanno -ar, -er, -r oppure nessuna desinenza.
  • Al passato i verbi forti hanno forme distinte, come pure gli ausiliari modali. I deboli hanno -de/-dde, -te o -a.
  • Il participio passato dei verbi forti ha spesso forma radicale distinta. La desinenza è -e/-i dopo l'ausiliare ha. In realtà questa è la forma neutra del participio. La forma maschile termina in -en ed il participio forte si declina quindi come gli aggettivi in -en. Il participio passato dei deboli termina in -a, -d, -dd, -t o -tt.
Il participio presente e l'imperativo sono altresì forme verbali importanti e si formano alla maniera seguente:
  • Il participio presente si forma a partire dall'infinito. La desinenza non accentata -a cade e si aggiunge la desinenza -ande:
INFINITO PARTICIPIO PRESENTE
lev + a (vivere) lev + ande (vivente)
le (ridere) le + ande (ridente)
  • Anche l'imperativo si forma dall'infinito. Se l'infinito termina in -a non accentata, la stessa cade: 
INFINITO IMPERATIVO
spring + a (correre) spring
hopp + a (saltare) hopp
  • Alcuni verbi sono problematici da pronunciare senza la -a finale. In questi casi l'imperativo è espresso dall'infinito. Ciò vale anche per gli infiniti brevi senza desinenza:
INFINITO IMPERATIVO
dingl + a (penzolare) dingla
sigl + a (navigare) sigla
ta (prendere) ta
s(colpire)
slå

Nel norvegese moderno scritto, tutti i verbi hanno un'unica forma nei tempi presente e passato. Questo vale anche per gli ausiliari vera (essere) e ha (avere):
PRESENTEPASSATO
er (sono, sei, è...)var
har (ho, hai, ha...)hadde

Gli ausiliari vera e ha sono molto importanti perché si usano per formare tempi verbali composti. Vera è usato anche per formare il passivo, assieme agli ausiliari verta, bli (diventare). Gli ausiliari modali vengono utilizzati per la formazione di costrutti al futuro, come accade in inglese. Vera e ha fungono anche da verbi principali:
Å vera eller ikkje vera er spørsmålet (Essere o non essere, è questo il dilemma)
Har du pengar? (Hai denaro?)
Har du bil? (Hai un'auto?)

Vera, come anche verta, bli e altri verbi, è anche un importante verbo di collegamento nelle proposizioni aventi complementi predicativi del soggetto.

Ciò che gli ausiliari hanno in comune è il loro utilizzo nei tempi composti, ma essi hanno coniugazioni piuttosto differenti. Dunque vera, verta, bli si coniugano come verbi forti. Ha può essere regolare, come per la Classe 4 dei verbi deboli; ma la forma datata di infinito hava è ancora utilizzata nello scritto, come pure la forma presente hev, la quale si trova in vecchi testi e molti dialetti. Il più degli ausiliari modali sono irregolari, avendo caratteristiche assimilabili alle coniugazioni deboli tanto quanto a quelle forti:
INFINITO
PRESENTE
PASSATO
PARTICIPIO PASSATO
å¹ kunna (potere)
kan
kunne
kunna
å måtta (dovere)
måtte
måtta
å skulla (dovere)
skal
skulle
skulla
å vilja (volere)
vil
ville
vilja
å turva (necessitare)
tarv
turvde
turvt
- (dovere)
bør
burde
-
¹(å è il marcatore dell'infinito)

Anche il verbo pla (essere abituato a) è utilizzato come ausiliare modale. Possiede passato irregolare:
INFINITO
PRESENTE
PASSATO
PARTICIPIO PASSATO
å pla 
plar
pla
-

Pure i verbi (potere) e lyta (dovere) e altri si utilizzano come modali, ma hanno flessione forte o regolare debole. 

Eiga (possedere) e vita (sapere, conoscere) hanno coniugazioni miste come la maggior parte dei modali, ma essi sono verbi principali ordinari e possono prendere un oggetto:
INFINITO
PRESENTE
PASSATO
PARTICIPIO PASSATO
å vita
veit
visste
visst
å eiga
eig
åtte
ått

Nota: gjera (fare) non å un ausiliare in norvegese, ma come verbo principale può riferirsi a tutti i tipi di azioni (sostituto di verbo o proforma di un verbo):
INFINITO
PRESENTE
PASSATO
PARTICIPIO PASSATO
å gjera
gjer
gjorde
gjort


La maggior parte dei verbi norvegesi può prendere la desinenza -st all'infinito, al presente, al passato e al participio passato. Queste forme risultano dalla fusione col verbo del pronome riflessivo seg e possono ancora conservare un significato riflessivo o di reciprocità. Ma il significato è molto spesso passivo, specialmente dopo gli ausiliari modali. In altri casi questo tipo di passivo viene normalmente usato solo con determinati verbi ed è molto meno comune che in altre lingue scandinave:
Det krevst/trengst mykje arbeid (Necessita di molto lavoro).

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giovedì 24 ottobre 2019

Pronomi indefiniti

I pronomi indefiniti non si riferiscono a qualcosa o qualcuno di definito. Essi si declinano per genere e numero, ma alcuni di essi non presentano tutte le forme. Quindi ein (uno) e kvar (ciascuno, ogni) non hanno plurale, e la forma maschile/femminile som [(qu)alcuno] è molto meno frequente della forma neutra somt e di quella plurale somme. Il pronome indefinito ein (uno) si declina in generale come il numero cardinale, ma possiede anche la forma aggettivale debole eine:
Den eine tok toget, den andre tok fly (Uno ha preso il treno, l'altro l'aereo).
Anche il pronome dimostrativo den (quello) funge spesso da pronome indefinito, specialmente nella forma neutra det. I pronomi personali du e han talvolta hanno anch'essi una funzione indefinita:
Det regnar (Piove)
Du veit aldri! (Non si sa mai!)
Han er kald i dag (Oggi fa freddo).
Det si usa comunemente anche come soggetto formale. In tal caso il vero soggetto si pone dopo il verbo:
Det sitt ein katt på trappa (C'è un gatto sull'uscio)
Det er mykje fisk i vatnet (Ci sono molti pesci nel lago)
Det er mykje folk ute på isen (Ci sono molte persone sul ghiaccio)

Gli indefiniti si usano sia in maniera sostantivata che attributiva. I pronomi più comuni aventi funzione indefinita, e che non sono inclusi in altri gruppi, sono:
MASCHILE FEMMINILE NEUTRO PLURALE
ingen (nessuno) inga inkje ingen
einkvan (qualcuno, qualcosa) eikor eitkvart -
annan (altro) anna anna andre
nokon (qualcuno, qualcosa) noka noko nokre/nokon
(som) (qualche, qualcosa) (som) somt somme
kvar (ciascuno, ogni) kvar kvart -
mang ein mang ei mangt eit mange
all (tutto, ogni) all alt alle

Se usata con parole di tutti e tre i generi, la forma neutra noko assume il significato di "quantità sconosciuta".
Kan du gje meg noko mat? (Potresti darmi del cibo?)
Dei gav han noko mjølk (Gli diedero del latte)

Nelle domande e nelle negative si preferisce la forma nokon per tutti e tre i generi e per il plurale.
Er det nokon ute og går i dette veret? (Qualcuno sta camminando con questo tempo?)
Nei, eg såg ikkje nokon (No, non ho visto nessuno)
La persona che domanda ipotizza che fuori non vi sia nessuno (ingen).
Nokre karar kom roande over vatnet (Giunsero remando per il lago alcuni uomini).

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venerdì 11 ottobre 2019

Pronomi attributivi

§Pronomi possessivi

I pronomi possessivi sono un gruppo importante di pronomi attributivi. Si pongono dopo le parole che essi qualificano, a condizione che essi non siano messi in risalto né abbiano potere dimostrativo.
Pronome possessivo non in risalto: Sykkelen min er ny. (La mia bicicletta è nuova.)
Pronome possessivo in risalto: Dette er din sykkel, min er blå. (Questa è la tua bicicletta, la mia è nuova.)
Come mostrano gli esempi qui sopra, i pronomi possessivi hanno la stessa forma sia quando sostantivati (a sé stanti) che quando utilizzati in maniera attributiva.



SINGOLARE

1° persona min (mio)

2° persona din (tuo)

3° persona a. b.


sin (suo) hans [suo (di lui)]




hennar [suo (di lei)]




(dess)


PLURALE

1° persona vår (nostro)
2° persona dykkar (Dykkar) (vostro)

3° persona a. b.


sin (loro) deira (loro)

Dykkar si utilizza come forma di cortesia. La forma dess viene utilizzata raramente al di fuori di alcune frasi fatte: dess betre (tanto meglio), dess meir (a maggior ragione).

I pronomi possessivi hans, hennar, (dess), dykkar, deira hanno soltanto una forma. La forma degli altri possessivi dipende dal genere e dal numero delle parole che essi qualificano:
MASCHILE
FEMMINILE
NEUTRO
PLURALE
min
mi
mitt
mine
din
di
ditt
dine
vår
vår
vårt
våre
sin
si
sitt
sine

I pronomi possessivi possono essere utilizzati in asserzioni riguardanti il proprio interlocutore, p. e. quando si incolpa o maltratta qualcuno:
Din luring! (Vecchia volpe!)
Din tosk! (Sciocco!)
Eg min tosk, let meg lura! (Che sciocco sono stato a farmi tradire!)

Il pronome di terza persona singolare e plurale sin è riflessivo in quanto qualifica qualcosa che appartiene al soggetto nella stessa proposizione:
Soggetto
Guten tok fiskestonga si og gjekk til bekken (Il ragazzo prese la sua canna da pesca e andò al ruscello) [appartiene a (lui)]
Soggetto
Hestane fann stallen sin åleine (I cavalli trovarono le loro stalle da soli)
               [appartengono a (loro)]

Sin viene usato anche nelle costruzioni genitive.
Quando la terza persona, singolare e plurale, del pronome possessivo non si riferisce al soggetto, utilizziamo hans, hennar, (dess), deira. Ciò avviene nelle seguenti situazioni:

  • Il pronome riflessivo si riferisce a qualcosa/qualcuno di diverso dal soggetto nella stessa proposizione:


Per var med Ola på fisketur. Per hadde fått låna ryggsekken hans.
                      ^                     
                       |____________________________________|
                                       [appartiene a (lui)]
(Per è andato a pescare con Ola. Per ha preso in prestito il suo zaino)
  • Il pronome possessivo è parte del soggetto della preposizione:
Borna deira voks opp og vart godt gifte.
            |
<--------
[appartengono a qualcun altro (loro)]
(I loro bambini sono cresciuti e sono felicemente sposati)

I pronomi hans, hennar si usano anche nel genitivo (vedi sotto).
I parlanti nativi confondono di rado sin con gli altri possessivi di terza persona. Si può essere facilmente fraintesi utilizzando la forma sbagliata:
Fiskarane er ute på sjøen i dagevis, medan bøndene er heime hjå konene sine.
                                                                           |_____________________|
                                                                              [appartengono a (loro)]
(I pescatori stanno in mare per giorni, mentre i contadini stanno a casa con le loro mogli)

Le forme possessive si realizzano in diversi modi:
  • La forma possessiva con -s risale al caso genitivo dell'antico norreno, quando -s era una desinenza comune. Rimasugli di questo antico genitivo sopravvivono nel norvegese moderno in alcuni composti e frasi fatte: til sjøs (in mare), til fjells (nei monti), til fots (a piedi), ecc. Queste forme sono percepite come rigide ed innaturali nel parlato, e sarebbero da evitare anche nello scritto: Karis bil er ny (L'auto di Kari è nuova), Hunden var den gamle mannens beste ven (Il cane era il miglior amico dell'uomo anziano)
  • Il possesso si esprime molto spesso mediante la preposizione til (a) nel norvegese moderno: Bilen til presten er gamal og skral (L'auto del parroco è vecchia e malconcia). Anche altre preposizioni si usano piuttosto frequentemente al posto del genitivo norreno: Fargen hesten var svart (Il colore del cavallo era nero), Nedre delen av treet (La parte inferiore dell'albero).
  • I due pronomi hans e hennar sono usati comunemente nelle parafrasi possessive, specialmente con nomi propri e coi termini relativi alla parentela mor e far: Bror hans Ola er no heller gamal (Ora il fratello di Ola è piuttosto anziano), Mannen hennar Lise er ingeniør (Il marito di Lise è ingegnere), Eg såg andletet hennar mor og kjende handa hans far (Vidi il volto di mia madre e toccai la mano di mio padre)
  • Il pronome possessivo sin viene utilizzato nel cosiddetto "garpegenitiv"*, che è anche una parafrasi possessiva. Tale parafrasi è comune in diversi dialetti regionali ma viene solitamente evitata nello scritto: Lise sin mann er ingeniør (Il marito di Lise è ingegnere), Dei bruka hotellet sine ski (Hanno usato gli sci dell'hotel)
  • Il norvegese adopera spesso parole composte al posto di espressioni genitive o possessive: prestekragen (il colletto del sacerdote), solvarmen (il calore del sole).
*Il significato di garp era in precedenza hanseat (un membro della lega Anseatica), di madrelingua bassotedesca. Ad oggi l'utilizzo del garpegenitiv non è incoraggiato in norvegese.

§Pronomi dimostrativi

I pronomi dimostrativi sono anch'essi attributivi. I due più importanti sono denne (questo) e den (quello). Il primo è utilizzato in riferimento a qualcosa di prossimo nello spazio e nel tempo, il secondo per qualcosa di più distante. Ne esiste anche un terzo, hin, utilizzato per "l'altro" di due, o "gli altri" se si vuole distinguere tra due gruppi:
MASCHILE/FEMMINILENEUTROPLURALE
dennedettedesse
dendetdei
Hin ha tre forme al singolare: hinhihitthine al plurale. I seguenti sono anch'essi classificati come dimostrativi: begge båe (entrambi). Questo pronome, per ragioni semantiche, non possiede forma singolare.

Sjølv (sé/stesso) non si declina per persona e si usa per tutti i generi e anche per il plurale (dove si usa anche sjølve): 
Dei bygde båten sjølv/sjølve (Hanno costruito la barca loro stessi)
Eg reiser sjølv inn til hovudstaden (Vado io stesso alla capitale).

Tuttavia, questo pronome può avere alcune forme aggettivali declinate. Può avere una forma debole ed una desinenza superlativa: 
Dei gjekk nedetter sjølve hovudgata (Hanno percorso proprio la strada principale)
Sjølvaste bispen kom på vitjing (Il vescovo stesso venne per una visita).

Same (lo stesso) è indeclinabile e solitamente non è preceduto da alcun determinativo:
Far og son gjekk same vegen (Il padre ed il figlio sono andati per la stessa via)
Han var fødd same dagen som sola snudde (Nacque nello stesso giorno in cui ruotò il sole)

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domenica 6 ottobre 2019

Pronomi sostantivati

I pronomi sono parole che è possibile utilizzare al posto di una frase nominale. In questo caso si parla di pronomi sostantivati. Essi possono anche essere utilizzati con funzione determinativa all'inizio di una frase nominale. In questo caso si parla di pronomi attributivi.

§Pronomi personali

I pronomi personali sono il tipo più importante di pronomi sostantivati.


SINGOLARE



Soggetto Complemento
1° persona eg (io) meg 
2° persona du (tu) deg 
3° persona han (lui) han/honom


ho (lei) henne 


det det 


PLURALE

1° persona vi/me (noi) oss 
2° persona de (De) (voi) dykk (Dykk)
3° persona dei (loro) dei 


Con la seconda persona plurale ci si rivolge educatamente sia al singolare che al plurale, ma nel linguaggio colloquiale è percepita come rigida e formale. Le forme singolari du e deg si usano in generale e non sono percepite come scortesi. Nel linguaggio scritto le forme di cortesia sono maggiormente utilizzate e si scrivono con iniziali maiuscole: De, Dykk.

§Pronomi riflessivi

Il pronome riflessivo seg (lui stesso, lei stessa, esso stesso, loro stessi) ha una sola forma e si riferisce ad un soggetto alla terza persona, singolare e plurale. Talvolta è talmente collegato al verbo da essere considerato parte di un verbo riflessivo: han slo seg (si è colpito/ha colpito se stesso), dei sette seg (si sono seduti).
Dopo 1° e 2° persona si usa la forma complemento del pronome personale con funzione riflessiva: vi gjekk og la oss (siamo andati a letto), du må sjå deg om (devi guardarti intorno).

§Pronomi reciproci

I pronomi reciproci sono: einannan, kvarandre. Essi hanno una sola forma: guten og jenta møtte kvarandre ein månelys kveld (il ragazzo e la ragazza si incontrarono una sera illuminata dalla luna).

§Pronome relativo

Il pronome relativo som (quale, che) ha una sola forma e funge da soggetto o complemento nella proposizione relativa.

§Pronomi interrogativi

Il pronome interrogativo kven (chi) si usa frequentemente nelle domande con question words in riferimento a persone.

Si usa anche kva (che/cosa) nelle domande con question words, spesso come pronome sostantivato, in riferimento a oggetti e astratti: kva er dette? (cos'è questo?)
Diversamente da kven, kva si usa spesso anche in maniera attributiva. Kven e kva sono indeclinabili. Assieme alla preposizione for (per) e ad uno dei pronomi indefiniti ein (uno) o nokon [(qu)alcuno], kva può formare una frase pronominale. Dunque ein e nokon vanno declinati: kva for ei bok er dette? (che libro è?), kva for noko? (Cos'è questo?)

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sabato 5 ottobre 2019

Numeri

§Numeri cardinali

1 ein, ei, eitt
18 atten
2 to
19 nitten
3 tre
20 tjue
4 fire
21 tjueein
5 fem
22 tjueto
6 seks
30 tretti
7 sju
40 førti
8 åtte
50 femti
9 ni
60 seksti
10 ti
70 sytti
11 elleve
80 åtti
12 tolv
90 nitti
13 tretten
100 hundre
14 fjorten
101 (eitt) hundre og ein
15 femten
1000 tusen
16 seksten
1000000 ein million
17 sytten
1000000000 ein milliard

Soltanto il numero ein si declina per genere. Ein si usa anche come articolo indeterminativo.
Nota: 2,1 to komma ein (due virgola uno), 0 null (zero).

§Numeri ordinali

1. den første/fyrste
17. den syttande
2. den andre
18. den attande
3. den tredje
19. den nittande
4. den fjerde
20. den tjuande
5. den femte
21. den tjueførste/fyrste
6. den sjette
30. den trettiande
7. den sjuande
40. den førtiande
8. den åttande
50. den femtiande
9. den niande
60. den sekstiande
10. den tiande
70. den syttiande
11. den ellevte
80. den åttiande
12. den tolvte
90. den nittiande
13. den trettande
100. den hundrede
14. den fjortande
101. den hundre og første/fyrste
15. den femtande
1000. den tusende
16. den sekstande
1000000. den millionte

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venerdì 4 ottobre 2019

Aggettivi: comparativo, superlativo

Gli aggettivi hanno forme comparative e superlative. La maggior parte ha desinenze -are, -ast:
POSITIVO
COMPARATIVO
SUPERLATIVO
fast (saldo)
fastare (più saldo)
fastast (il più saldo)
farleg (pericoloso)
farlegare (più pericoloso)
farlegast (il più pericoloso)
Le vocali nelle sillabe atone tendono a cadere quando vengono aggiunte desinenze contenenti una vocale a loro volta:
enkel (semplice)
enklare
enklast
galen (pazzo)
galnare
galnast
vakker (bello)
vakrare
vakrast

Diversi aggettivi subiscono mutazione vocalica nella radice ed ottengono le desinenze -re, -st. I più importanti sono:
ung (giovane) yngre yngst
tung (pesante) tyngre tyngst
lang (lungo) lengre lengst
stor (grande)
større
størst
(poco) si compara allo stesso modo, eccetto al superlativo:
færre
færrast
Esistono anche diversi aggettivi che è possibile comparare come ung oppure come nel paradigma principale:
låg (basso)
lægre/lågare
lægst/lågast
grov (grezzo)
grøvre/grovare
grøvst/grovast

Diversi aggettivi sono irregolari:
god (buono)
betre
best
vond (cattivo)
verre
verst
gam(m)al (vecchio)
eldre
eldest
liten (piccolo)
mindre
minst
mange (tanto)
fleire
flest
mykje (molto)
meir
mest

Gli aggettivi possono essere comparati servendosi degli avverbi meir, mest/mindre, minst. Inoltre, gli aggettivi che normalmente hanno desinenze al comparativo talvolta si comparano in questo modo: 
Ho vart meir glad for blomane enn for gåva (lei fu più compiaciuta per i fiori che per il regalo).
La comparazione con meir -- mest viene usata con gli aggettivi che non prendono le desinenze -are, -ast: -re, -st. Questo vale per i gruppi di aggettivi a seguire:
  • Aggettivi con desinenza -a:
bra meir bra mest bra
huga meir huga mest huga
  • Forme aggettivali del verbo (participio presente e passato):
drivande (intraprendente) meir drivande mest drivande
Han var den mest drivande bonden i bygda (Egli era il contadino più intraprendente nel villaggio).
vørd (rispettato)
meir vørd
mest vørd
Diktaren var meir vørd etter han var død, enn medan han levde (Il poeta era più rispettato dopo la sua morte che in vita).
  • Diversi aggettivi in -et, -ut, -isk, -sk:
toskut meir toskut mest toskut
djevelsk (diabolico) meir djevelsk mest djevelsk
Anche framand (straniero) viene trattato in questo modo.

Diversi avverbi possiedono forme comparative e superlative usate comunemente come aggettivi. Il gruppo più importante include i punti cardinali e le relazioni spaziali.
(nord)
nørdre
nørdst
(sør)
syndre/søre
synst
(aust)
austre
-
(vest)
vestre
-
(fram)
fremre
fremst
(bak)
bakre/bakare
bakarst
(ned)
nedre
nedst
(over)
øvre
øvst
(bort)
bortre/bortare
bortast
(inn)
indre
inst
(ut)
ytre
ytst/yttarst
Si noti anche l'avverbio di tempo før (prima):
(før)
førre
først/fyrst
Si noti che aust e vest hanno soltanto due forme. Questo vale anche per eine (solamente), mellom (tra) e under (sotto): essi hanno le forme superlative einast, mellomst e underst. Nest (prossimo) e sist (ultimo) non hanno forme positive o comparative nel norvegese moderno.

Le forme al comparativo non hanno desinenze di declinazione. Le forme al superlativo non hanno desinenze nella declinazione forte né al plurale, però hanno -e nella declinazione debole:
Forte: Dagane er lysast om sommaren (I giorni più luminosi càpitano d'estate).
Debole: Den mørkaste dagen er 22. desember (Il giorno più buio è il 22 dicembre).

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